Quali sono state le misure adottate in Cina per stimolare la ripresa del turismo?
La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto drammatico e profondo sul settore travel, causando gravi perdite economiche per gli operatori del settore, stimate dalla UNWTO in una contrazione del 72% degli arrivi internazionali tra gennaio e ottobre 2020 con un impatto del -2% sul PIL mondiale.
Allo stesso tempo, come abbiamo evidenziato analizzando i dati relativi alla Golden Week 2020, l’emergenza sanitaria ha accelerato alcuni trend (come la digitalizzazione e il contactless) e ne ha creati di nuovi (come la preferenza per il noleggio veicoli). Le istituzioni nazionali e internazionali come rispondono a questi cambiamenti e quali misure stanno adottando per supportare il settore travel? Inizieremo questo viaggio tra le risposte della governance dall’Impero di Mezzo.
Supporto per gli operatori
Il primo paese che ha incontrato la necessità di stimolare nuovamente il movimento interno è stata proprio la Cina, dove, a causa delle prime misure restrittive imposte alla fine di gennaio 2019, le celebrazioni per il Capodanno Cinese sono state limitate. Per supportare le imprese del settore travel e hospitality danneggiate dalla pandemia, il Ministero delle Finanze, di concerto con l’Amministrazione Fiscale dello Stato (STA), ha introdotto a febbraio 2020, l’esenzione dal VAT al 6% per servizi quali catering, pernottamento e servizi alla persona. A supporto, le imprese attive nei settori turismo, trasporti, alloggio e catering beneficeranno di un periodo di riporto delle perdite di otto anni, esteso rispetto ai canonici cinque. Il Ministero della Cultura e del Turismo ha altresì deciso di rimborsare, temporaneamente, alle agenzie di viaggio un valore pari all’80% della somma che queste hanno depositato al momento dell’apertura delle proprie attività. Guardando alla ripresa, a maggio 2020 il Ministero della Cultura e del Turismo cinese ha incoraggiato l’emissione di titoli “speciali” da parte delle amministrazioni locali per finanziare progetti, potenzialmente redditizi e localizzati nel settore turistico e culturale. Ad oggi, sono stati emessi titoli dal valore complessivo di 61.04 miliardi di RMB, pari a circa 7.7 miliardi di Euro.
Supporto per i consumatori
Oltre a supportare gli operatori del settore, il governo centrale ha affidato alle amministrazioni locali il compito di distribuire ai cittadini voucher, rigorosamente digitali, attraverso un sistema di lotteria ad esaurimento. L’obiettivo era l’aumento dei consumi in settori particolarmente colpiti dalla pandemia, come il retail, il turismo e il catering. Oltre al cospicuo ammontare (500 milioni di RMB, circa 63 milioni di Euro) investito nei voucher dall’amministrazione di Wuhan, l’iniziativa della municipalità della capitale cinese merita qualche parola. Dal 2 giugno al 1° ottobre 2020, l’amministrazione di Pechino ha messo in palio, sulla piattaforma digitale Jd.com, 12.2 miliardi di RMB (pari a 1.5 miliardi di Euro) in voucher divisi tre coupon da 60 RMB (7.6 Euro) l’uno, da poter usare entro 14 giorni per acquistare servizi nel settore catering e travel. Nel mese di maggio, la stessa municipalità aveva distribuito, tramite il suo account ufficiale WeChat “Beijing Culture Easy Card”, voucher per un valore di 50 milioni di RMB (6.3 milioni di Euro) da utilizzare per spese “culturali” come acquisto di libri, biglietti per spettacoli teatrali e prenotazione di viaggi. Si evince, quindi, che il coordinamento tra le amministrazioni locali e piattaforme digitali private come WeChat, Jd.com, Alipay e Meituan ha costituito la chiave di volta nella distribuzione rapida dei voucher digitali direttamente all’utente finale.
Sinergia e abile utilizzo degli strumenti digitali
Allo stesso modo, la cooperazione tra le autorità e le agenzie di prenotazione online, come Ctrip.com ha incoraggiato l’acquisto di servizi legati specificamente al turismo e alla cultura. La provincia del Guizhou, nel sud-ovest del paese, ha distribuito, attraverso la piattaforma digitali di Online Travel Agencies, ad esempio Ctrip, voucher digitali per un valore di 15 milioni di RMB (1.9 milioni di Euro), validi per le prenotazioni in hotel e alloggi in famiglia sul territorio provinciale. Il Guizhou è una tra le regioni più povere della Repubblica Popolare Cinese, posizionandosi al 25° posto, su 31 tra province, per PIL pro capite nel 2019, attestandosi su un valore medio di 46.433 RMB (5.850 Euro), circa 4 volte inferiore rispetto alla popolazione di Pechino. Da qui, la necessità di trasformare il suo territorio prevalentemente montuoso, quindi difficilmente coltivabile, in un asset per conquistare turisti interessati a itinerari naturalistici. Successivamente all’emergenza sanitaria, la sinergia tra autorità locali, operatori privati e l’abile utilizzo di strumenti digitali ha permesso l’introduzione di misure di stimolo al settore travel.
Questa iniziativa che punta a finanziare i flussi turistici erogando fondi attraverso piattaforme private, può diventare un modello per le località italiane “di nicchia”, che nel post pandemia scelgono di affidare al turismo un ruolo importante nella loro ripresa?