Quali strategie di rilancio risulteranno vincenti?
Per proseguire con l’analisi delle risposte della governance internazionale alle avversità imposte dalla pandemia nel settore travel, ci spostiamo questa volta verso le istituzioni sovranazionali, in particolare le indicazioni emanate dalla UNWTO e dall’Unione Europea.
Le risposte della UNWTO
Il segretario generale della UNWTO, Zurab Pololikashvili, ha descritto il 2020 come l’anno più difficile nella storia del turismo, durante il quale i viaggiatori hanno perso l’occasione di esplorare luoghi e culture, e il settore non ha potuto creare nuovi posti di lavoro. Il segretario ha ripreso il messaggio del Comitato di Crisi della UNWTO per il Covid-19, chiedendo l’armonizzazione dei protocolli internazionali di viaggio e lo sviluppo di soluzioni innovative allo scopo di ridurre i tempi di quarantena per i turisti. Il Comitato aveva invitato i paesi membri a introdurre misure restrittive basate su dati scientifici, secondo i quali i turisti non sarebbero soggetti più a rischio di trasmissione Covid rispetto alla popolazione locale. Da qui, la richiesta di accorciare i tempi della quarantena e rimuoverla, successivamente all’adozione di un protocollo internazionale che certifichi l’avvenuta vaccinazione.
In attesa di un miglioramento della situazione epidemiologica globale, la UNWTO ha formulato linee guida per la ripresa e l’innovazione nel settore travel basate su tre pilastri fondamentali: promuovere la crescita economica, rivedere le strategie di marketing e promozione delle destinazioni e rafforzare il supporto istituzionale fornito agli operatori del settore. Con riferimento al secondo elemento, la UNWTO invita i suoi membri ad utilizzare strategie di marketing digitale per aumentare nei potenziali visitatori la percezione di una destinazione sicura, raggiungere nuovi mercati e creare nuovi prodotti digitali come la promozione delle attività artigianali locali. Partendo dal turismo domestico, l’agenzia consiglia il rafforzamento di itinerari di nicchia e un’accelerazione del turismo fuori stagione, per evitare flussi di massa. La collaborazione tra stakeholder pubblici e privati sarà altresì necessaria per creare pacchetti di viaggio innovativi e promuoverli attraverso programmi di scontistica.
Quali iniziative intraprendere?
Monitorando le misure prese dai suoi membri, la UNWTO ha evidenziato tre linee di azione: misure fiscali, tra cui esenzioni all’IVA, misure monetarie, come l’accesso facilitato alle linee di credito e politiche sociali, pensate per limitare la disoccupazione generata dal collasso di un settore labour-intensive come il turismo. In linea con queste raccomandazioni, l’Unione Europea ha approvato, nel maggio 2020 il programma SURE, acronimo per Support to Mitigate Unemployment Risks in an Emergency, che prevede l’erogazione di prestiti a condizioni favorevoli, fino a un valore totale di 100 miliardi di euro. La misura, pensata per aiutare gli stati membri a supportare i settori e i lavoratori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria, come il turismo, prevede l’erogazione di 27.4 miliardi all’Italia, il primo beneficiario del SURE.
Gli sforzi dell’Unione si sono altresì concentrati nella costituzione di protocolli di viaggio comuni ai suoi stati membri, per facilitare il libero movimento e i flussi turistici tra i 27. In questo senso, il 15 giugno 2020 è stata lanciata la piattaforma digitale Re-open EU, uno strumento che, basandosi sui dati epidemiologici dell’European Centre for Disease Prevention and Control e le misure di contrasto messe in atto, assegna quattro colori, verde, giallo, arancione e rosso agli stati membri e alle loro divisioni amministrative. Re-open EU ha lo scopo di coordinare le misure di restrizione al movimento, sottoponendo, per esempio, i viaggiatori provenienti da aree rosse alle stesse misure indipendentemente dal paese di destinazione. La piattaforma web Re-open EU, ora disponibile anche come app per mobile, ha già ricevuto più di 8 milioni di visite dal mese di giugno, un numero ancora esiguo di cui si auspica l’aumento di pari passo con il miglioramento della situazione epidemiologica.
Nel mese di ottobre, i 27 membri dell’Unione hanno adottato le raccomandazioni del Consiglio Europeo per garantire, in un’azione coordinata, il libero movimento dei cittadini anche durante la pandemia. Basandosi sul sistema a colori Re-open EU, si è deciso per l’abolizione di misure di test e quarantena per i viaggiatori provenienti da zone verdi; per quanto concerne le altre fasce di rischio, gli stati membri definiranno, a livello nazionale, un iter operativo. L’Unione insiste sulla necessità di non discriminare i viaggiatori stranieri, estendendo le misure di test e/o quarantena anche ai cittadini che fanno ritorno in patria.
L’inizio del programma di vaccinazione anti-Covid, uno sforzo di natura comunitaria, determina la necessità di interrogarsi sull’emanazione di un cosiddetto “passaporto sanitario”, che certifichi l’avvenuta vaccinazione e quindi autorizzi il movimento del soggetto. La questione, sollevata anche durante il G20 di Riyadh da Xi Jinping sarà oggetto di dibattito nei mesi a venire e rappresenterà uno snodo cruciale per la ripresa dei viaggi e la capacità di attrarre turisti internazionali provenienti da zone ormai Covid-free come Cina, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda.
Quali strategie di rilancio del settore risulteranno vincenti? La promozione digitale dell’offerta diventerà una costante? Il passaporto sanitario diventerà realtà?